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lunedì 10 dicembre 2012

Numeri in rosa II (Curiosità matematiche X)

Tempo fa pubblicai un POST sulle donne matematiche della storia, da Theano, la moglie di Pitagora, fino a Gaetana Agnesi. Qualcuno mi fece garbatamente notare di essermi dimenticata Ada Lovelace, considerata la prima programmatrice di computer della storia. Era vero, non mi era proprio venuta in mente, ma oggi Google mi ricorda che cade l'anniversario della sua nascita. Ed eccomi a colmare la lacuna...

Ada Lovelace
Augusta Ada Byron, figlia primogenita – e unica figlia legittima – del poeta George Gordon Lord Byron, nacque a Londra il 10 Dicembre 1815 dal breve matrimonio del poeta con la matematica Anne Isabella Milbanke; non ebbe praticamente rapporti col padre, così come non ne ebbe l'altra figlia Allegra, nata da una successiva relazione di Byron con Claire Clermont, sorellastra della moglie di Percy Bysshe Shelley, la scrittrice Mary Wollstoncraft, e morta in tenera età nel monastero di Bagnacavallo in Romagna al quale Byron l'aveva affidata subito dopo la nascita.
Il matrimonio di George e Anne naufragò quando Ada aveva appena pochi mesi; seguendo le orme materne Ada s'interessò fin da giovanissima agli studi matematici, ottenendo lusinghieri risultati.
Nel 1835 sposò William King, Conte di Lovelace, e da allora cominciò a firmarsi Ada Lovelace, nome col quale è conosciuta tutt'oggi.

Modello della Macchina Analitica di Babbage (part.)
È nota la sua lunga collaborazione con Charles Babbage, da tutti considerato il fondatore dell'informatica: il suo progetto di macchina analitica – un elaboratore meccanico in grado di svolgere svariati compiti al di là del semplice calcolo numerico, mosso da una macchina a vapore e grande come un appartamento – è considerato dagli storici della matematica come tecnicamente fattibile e teoricamente funzionante, anche se all'epoca, dato l'enorme impegno tecnico e finanziario che avrebbe richiesto, non fu mai costruito. Babbage realizzò tuttavia un prototipo di macchina differenziale, una calcolatrice in grado di elaborare tabelle numeriche.
Ada Lovelace, in collaborazione con Babbage e basandosi anche sugli studi di Luigi Filippo Menabrea, che tradusse in inglese ed ampliò coi suoi appunti, produsse un algoritmo che è considerato il primo esempio di software della storia.
Ada Lovelace morì il 27 Novembre 1852 all'età di trentasei anni. Nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America creò un linguaggio di programmazione per i propri computer che fu chiamato Ada in suo onore.

Un saluto dal vostro
Cosimo Piovasco di Rondò

21 commenti:

  1. Senza il tuo post credo che non la avrei mai sentita nominare, a malapena ho "frequentato "Pitagora tenendomi a rispettosa distanza.... Lode a queste donne fantastiche e a chi ne parla.

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    1. In effetti non è tra quei personaggi che tutti hanno sentito nominare anche al di fuori dell'ambito specialistico, come, che so? Albert Einstein o Marie Curie. E neppure Charles Babbage, credo, pur essendo uno dei nomi più importanti nella storia dell'informatica...

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  2. Commemorazione dovuta e meritata. Se è abbastanza raro, anche se non impossibile che oggi una donna si dedichi alla matematica, allora era sicuramente qualcosa di eccezionale. E meno male che ne hai parlato perché da due giorni sto guardando google chiedendomi chi diavolo fosse questa Lovelace e ancora non avevo avuto il tempo di documentarmi.

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    1. Ti dirò, io di donne laureate in matematica ne conosco invece parecchie, anzi al giorno d'oggi lo trovo un indirizzo abbastanza comune.
      Vero è che quasi tutte si dedicano all'insegnamento piuttosto che alla ricerca...
      Di Ada Lovelace sapevo pochissimo anch'io, ne ricordavo vagamente il nome e la connessione con Charles Babbage; ma ignoravo, ad esempio, che fosse la figlia di Byron...

      P.S. Scusa il mese di ritardo per rispondere; a parte che di questi tempi in rete giro poco, è successo che: 1) il tuo commento (primo mistero doloroso di Blogspot) era finito nello SPAM (e perché i successivi invece no?!) e me ne sono accorto adesso; 2) ho dovuto smanettare un'ora (secondo mistero doloroso di Blogspot) per convincere questo post (solo questo, gli altri funzionavano regolarmente) ad accettare il mio controcommento...
      Certo che anche 'ste cose fanno scappare sempre più la voglia...

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    2. Vediamo se accetta la mia controrisposta. Non preoccuparti, è successo anche a me. Devo dire che ora ho preso l'abitudine di guardare ogni tanto nello spam perché una volta ho scoperto un commento precedente di 4 mesi. anche lì si trattava della prima volta. Volevo sprofondarmi.
      P.S. - Vero che "'ste cose fanno scappare sempre più la voglia...", ma ti ricordi quando usavamo il pennino (io almeno, tu magari sei molto più giovane di me), dicevo usavamo il pennino e l'inchiosto. Stavamo scrivendo e dal pennino usciva uno spruzzo che impiastricciava tutto il foglio oppure si rompeva e non ne avevamo uno di scorta e molto altro. Anche allora "'ste cose facevano scappare sempre più la voglia...":-)))

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  3. Ho visto anche io il doodle di Google stamattina.
    Non conoscevo Ada.
    Le donne non finiscono mai di sorprendere.
    Un abbraccio Cosimo.

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    1. I doodle di Google sono una miniera di idee, non è la prima volta che mi ispirano interventi (e non solo per il blog) segnalandomi ricorrenze che altrimenti – probabilmente – non mi verrebbero mai in mente...

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  4. molto interessante cosimo !! certo una matematica, donna, che si mette con un poeta uomo, suona strano, diverso dal solito clichè sulle caratteristiche femminili e maschili.
    mi stupisce anche che nel secolo del romanticismo queste famiglie non esprimevano molto amore...non solo per le unioni finite molto rapidamente, ma anche perchè i figli/le figlie non godevano l'amore dei padri. questo poi giunse addirittura ad affidare la sua seconda ad un convento !! mi sembra del tutto diverso da ciò che la morale corrente predicava insomma...

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    1. Sul primo punto ti do ragione, effettivamente è un'unione controtendenza, specie per quei tempi.
      Sul secondo no: il romanticismo fu un movimento di grandi passioni, quasi mai di affetti familiari duraturi (in particolare verso i figli). E Byron da questo punto di vista era proprio emblematico; ancora oggi i critici discutono se fosse omosessuale, bisessuale o asessuato del tutto...
      Il fatto che col tempo romanticismo sia stato inteso come sinonimo di sentimentalismo è fuorviante, in realtà è quasi il contrario...

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  5. Urca, non avrei mai detto che già nell'ottocento si parlasse di computer. E' proprio vero che le donne ne sanno sempre una più del diavolo precorrendo i tempi.
    E' pure molto carina! Una volta, parlando con alcuni informatici, mi avevano detto che le donne appassionate d'informatica sono tutte brutte.E' proprio vero che non bisogna mai generalizzare!

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    1. Dipende da che cosa si intenda per computer... L'idea di qualcosa che fosse in grado di calcolare automaticamente è antichissima, la macchina di Anticitera (una sorta di astrolabio per calcolare dati astronomici) risale al I Secolo a.C. E Blaise Pascal, nel '600, costruì una calcolatrice meccanica per fare somme e sottrazioni...
      Quanto all'avvenenza di Ada... beh, dei ritratti mica ci si può fidare più di tanto; un amico di Byron la definì “una giovane donna grassa, volgare, scorticata..."; ma neppure delle descrizioni ci si può fidare troppo, visto che Ada e la madre detestavano cordialmente tutti gli amici di Byron e il suo ambiente in generale (e viceversa)...

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  6. eheheheheh! Hai ragione! I ritratti, al contrario delle foto, si potevano migliorare! Anche allora esisteva l'idea precorritrice di photoshop!

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    1. Vero, anche al giorno d'oggi c'è chi trucca pesantemente le foto... Certo coi ritratti era più facile...

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  7. Che bello, non sapevo che la figlia di Byron fosse una matematica e la cosa mi intriga molto! Sarà per il fatto che la matematica non (fu né) "sarà mai il mio mestiere", ma sono affascinata dalle donne che nella matematica hanno trovato una ragion di vita!
    Ciao Cosimo, un salutone.

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  8. Ho incontrato nelle donne matematiche, prof ed altro, una tendenza umanistica quasi superiore alle letterate. Mi sono sempre chiesta come dalle regole matematiche nascesse della vera e propria poesia.

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    1. Toglierei il quasi... Se pensiamo (non so più quante volte l'ho ripetuto, qui e altrove) che la più immaginifica, innovativa e fantasiosa prosa italiana del '900 l'hanno scritta tre autori di formazione scientifica... e intendo ovviamente Carlo Emilio Gadda, Italo Calvino e Primo Levi...

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  9. ops... e io che mi lamentavo presso il Raccontatore. Usavo Nei primi anni '60 la calcolatrice Freedman ( così si dice come si scrive non me lo ricordo) grande come un macchina per tipografia del mio Babbo... insomma un armadio. Pareva una rivoluzione!

    Buon Natale!

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    1. La Friedmann (suppongo si scriva così ma non sono sicuro manco io) non la conosco, la Olivetti Divisumma meccanica o come cavolo si chiamava l'ho usata anch'io. Per fare una divisione a otto o dieci cifre impiegava un quarto d'ora, c'era il tempo di bersi un caffè, fumarsi una sigaretta...

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